Poco dopo l'inizio del contest, quando sono uscito per andare a ritirare la macchina dal meccanico, un po' mi dispiaceva perché mi sembrava di aver preso un bel ritmo sia in fonia sia in telegrafia. Sapevo di non poter fare a meno di riprendermi l'auto, quindi mi ero già messo l'anima in pace, mi sarei accontentato di un posto tra i primi 10 o 15. Dopo un paio d'ore, quando ho ripreso, me la sono presa comoda, anche se mi sembrava di riuscire a mantenere sempre un rapporto QSO/ora abbastanza soddisfacente.
Ho finalmente fatto delle misurazioni per valutare la bontà del choke o balun in corrente di cui ho parlato nell'articolo Autocostruzione choke balun per le HF (balun 1:1 in corrente). Quello che ho misurato non è il primo prototipo che è là fuori a fare il suo dovere con i dipoli per i 160 m, 80 m e 40 m, ma un secondo esemplare, identico al primo: 11 spire di cavo coassiale RG142 (5 + 5 spire più la spira per la cosiddetta "inversione") avvolte su due toroidi tipo FT240-43 perfettamente impilati. Questo nuovo choke, però, non è ancora "inscatolato" nel contenitore in plastica per derivazioni, in modo da semplificarmi un po' la vita nel corso delle misurazioni. Come strumento di misura ho usato il nanoVNA, che ci dà delle indicazioni preziose, ma non è molto attendibile. Per esempio, se avete un occhio ben allenato, noterete che i grafici delle misure non vanno perfettamente d'accordo uno con l'altro. Anche il circuito di misura, usato e consigliato da molti radioamatori, che consiste nel trattare la calza del coax come fosse una semplice induttanza, è tutt'altro che perfetto. Quando un giorno finirà questa pandemia di COVID-19, potrò anche realizzare delle misure con uno strumento più "serio", però io scommetto che, ai fini pratici, i risultati non saranno molto diversi...
Prima di addentrarci nell'analisi, vorrei chiarire un concetto: un balun in corrente con fattore di trasformazione 1 e un choke a radio frequenza sono esattamente la stessa cosa. Lo dico perché ho ricevuto una quantità di messaggi che mi chiedevano se fosse meglio usare un balun o un choke, e altre domande del genere. Attenzione, un balun in tensione non è la stessa cosa di un choke.
Finalmente, su Radio Rivista di novembre sono stati pubblicati i risultati del Contest delle Sezioni ARI 2021. Mi pare un'attesa un po' troppo lunga ma, lo dico solo per consolarmi, ne è valsa la pena: ho conquistato il terzo posto, sui 29 partecipanti della mia categoria Singolo Operatore, misto (SSB + CW + RTTY), High Power (tradotto in termini in termini incomprensibili diventa SO MIX HP). Una bella soddisfazione, soprattutto considerando che è la prima volta che mi cimento in questa categoria nel contest ARI. Da un po' di tempo, infatti, ho deciso di non dedicarmi alle mie categorie preferite, esclusivamente CW duro e puro, per darmi la possibilità di collegare un maggior numero di province per il WAIP. Inoltre, in un contest nazionale, non riesco a raggiungere abbastanza concorrenti in CW per tenermi costantemente impegnato in tutto il periodo di attività. Ne conseguono alcuni periodi di operazioni a bassissima efficienza, con 10 o 20 QSO all'ora. La categoria del modo misto, invece, mi permette di cambiare modo e, dunque, di raggiungere più concorrenti riducendo i tempi morti.
Vi sarete accorti di qualche cambiamento nella grafica di questo sito web. In effetti, ho aggiornato il software di controllo e, di conseguenza, sono costretto a mettere a posto una serie di altri dettagli. Non avendo molto tempo da dedicare a questo processo, ci vorrà qualche giorno. I contenuti (gli articoli e i progetti) sono già disponibili esattamente come lo erano prima. Vi chiedo di avere pazienza se qualche servizio offerto dal sito non dovesse ancora funzionare perfettamente.
Roberto, ik1hge
Nell'ambito della telegrafia radioamatoriale, distinguerei 5 tipi principali di QSO, raccogliendo in una sesta categoria tutti i QSO che non rientrano nei tipi principali:
Standard
DX
Pile up
Contest
Conversazione (ragchewing)
Atipico
In un QSO standard si scambiano le informazioni principali che sono:
Spesso, si scambiano ulteriori informazioni:
Infine, più raramente si scambiano alcune informazioni personali:
Operativamente, nel QSO standard si usano un piccolo sottoinsieme di abbreviazioni e codici Q e si rispetta un protocollo preciso. Sono cose semplici ma un po' lunghe da descrivere, preferirei parlarne in un paragrafo o articolo ad hoc.
Il QSO standard è molto praticato, per cui apparentemente molto apprezzato da una grande quantità di radioamatori. Credo che questo successo sia dovuto all'estrema ripetitività. In effetti, ci si riferisce a questo tipo di QSO come "rubber-stamp QSO", cioè QSO a timbro, proprio per indicare questa ripetitività. Con queste caratteristiche, potremmo pensare che sia un tipo di QSO molto noioso, e a mio parere lo è. E allora perché il rubber-stamp QSO è così diffuso e apprezzato?
Tante volte, quella che in inglese viene chiamata "trasmissione", in italiano viene chiamata "passaggio". Ci occupiamo, dunque, di come riprendere a trasmettere in telegrafia quando il nostro corrispondente ha terminato una sua trasmissione di informazioni diretta a noi.
In Italia è obbligatorio per legge trasmettere all'inizio e alla fine di ogni trasmissione, oltre che ad intervalli massimi di 10 minuti, il proprio indicativo di chiamata. Quest'obbligo si realizza, normalmente, anteponendo al proprio nominativo il nominativo del nostro interlocutore (una volta sola), l'abbreviazione DE e, infine il nostro nominativo (una volta sola, a meno che non abbiamo bisogno di ribadirlo in quanto il corrispondente lo ha capito male). Esempio:
AI4YG DE IK1HGE = (seguono le informazioni che si vogliono trasmettere).
Il carattere = è il separatore, il prosign <BT> (ottenuto trasmettendo le lettere BT unite, cioè senza spaziatura tra di loro).
Si usa anche iniziare la nostra trasmissione con un breve messaggio di conferma, normalmente la lettera R trasmessa una o due volte. Esempio:
R R AI4YG DE IK1HGE = (seguono le informazioni che si vogliono trasmettere).
Ogni tanto sento qualcuno iniziare con il prosign <VE>, che però ha un significato esteso: "messaggio ricevuto e verificato".
Per chiedere al corrispondente di attendere, per esempio perché dobbiamo scambiare qualche parola con un nostro famigliare o dobbiamo rispondere al telefono, possiamo inviare il prosign <AS>. Lo possiamo inviare un paio di volte così com'è o, se non abbiamo urgenza di interrompere la trasmissione, possiamo aggiungere DE e il nostro nominativo. Per es.:
Parliamo della risposta a chiamate generali o chiamate selettive. Quanto scriverò non si applica ai contest e alle risposte a stazioni DX molto ricercate.
Si risponde a una chiamata generale in telegrafia trasmettendo il nominativo della stazione chiamante seguito da DE e dal proprio nominativo, preferibilmente ripetuto almeno una seconda volta. La regola d'oro è: si trasmette poche volte il nominativo dell'altra stazione (una volta sola è già abbastanza) e molte volte il proprio nominativo (almeno due volte o, al massimo, tre volte). Nei seguenti esempi, AI4YG è il chiamante mentre IK1HGE risponde a una chiamata indicativamente del tipo:
CQ CQ DE AI4YG AI4YG CQ K
Ecco alcune possibili risposte corrette:
Il segnale telegrafico di chiamata è CQ. Si tratta di una abbreviazione (della frase inglese "I seek you!"), non si tratta di un prosign, quindi le lettere C e Q non devono essere unite ma trasmesse distintamente applicando la regola di spaziatura delle lettere appartenenti alla stessa parola. Se il segnale di chiamata viene ripetuto, l'intervallo tra due segnali di chiamata successivi è quello che si applica tra parole successive (equivalente a 7 dits).
Al termine delle ripetizioni del segnale di chiamata si trasmette una sola volta l'abbreviazione DE che si traduce in italiano con la preposizione semplice "da". In effetti, non è strettamente necessario trasmettere DE ma ve lo consiglio fortemente perché annuncia che la prossima parola sarà il nominativo di chi sta trasmettendo.
Dopo DE si trasmette il proprio nominativo (anche chiamato "indicativo di chiamata"), preferibilmente ripetuto almeno una seconda volta. Tra le ripetizioni si attende almeno l'intervallo che si applica tra parole successive tuttavia una spaziatura leggermente maggiore non è sgradita e potrebbe essere indicata in alcune circostanze.
Arrivati a questo punto, qualche radioamatore inesperto vi dirà di chiudere la chiamata con PSE K ("please, send!") Si tratta di un'abitudine inutile e, secondo il mio modesto parere, irragionevole. Non è utile inviare l'abbreviazione PSE. Nessuno penserà che siamo maleducati se non la trasmettiamo. Anzi, l'abbreviazione PSE serve per altri scopi, per esempio per annunciare che si sta per chiedere un'informazione. Sarebbe più ragionevole sfruttare la posizione di chiusura della chiamata per ribadire o aggiungere informazione. Se, infatti, un eventuale corrispondente avesse captato solo la parte finale della trasmissione, conoscerebbe il nominativo di chi ha trasmesso ma non saprebbe nulla della natura della trasmissione stessa, cioè non potrebbe distinguere una chiamata da una trasmissione interlocutoria di un comune QSO perciò, nel dubbio, non risponderebbe mai ma attenderebbe una prossima trasmissione (se mai ci sarà) oppure, un po' maleducatamente, trasmetterebbe un punto interrogativo per stimolarvi a chiamare di nuovo. Una maniera più ragionevole ed efficace di chiudere una chiamata generale, che risolve brillantemente il problema della ricezione parziale, è: CQ K. Esempio:
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